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Una carezza silenziosa

  • Immagine del redattore: Diego Zurlo
    Diego Zurlo
  • 28 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min


Che tu sia credente o no, non importa! Quello che ieri 27 Marzo 2020 ha avuto luogo nella desolata piazza di San Pietro a Roma, ha a che fare con la storia. La storia dell'umanità, oggi afflitta dalla pandemia del Covid-19 che non sembra dare tregua alla popolazione mondiale, anche se gran parte di essa sembra non accorgersi ancora degli effetti catastrofici che segnano le pieghe dell'esistenza individuale. Non importa quale sia il tuo credo, l'evento unico vissuto in quella piazza, segna il cuore di ognuno. Un uomo solo che cammina in una piazza vuota e desolata dai sampietrini segnati dalle pagine della storia e di una civiltà, sotto un cielo di pioggia che bagna il volto di un crocifisso, porta su di se le speranze di bene e di pace. Questa immagine ha svegliato un sentimento nel cuore di ognuno.

Prima di soffermarmi alle parole del Santo Padre vorrei condividere con voi una riflessione sul tema della solitudine. Sembra strano stare rinchiusi in casa senza potersi riabbracciare, e credo che alla maggior parte di noi manchi moltissimo, la presenza dell'altro. In situazioni di normalità pur stando tra la gente, molto spesso ignoriamo il reale bisogno che abbiamo degli altri, convincendoci sempre più di bastare a noi stessi. Una autoreferenzialità che ci tiene distanti seppur vicini, nell'incapacità di vedere che è l'altro che ha bisogno di noi.

Spendiamo una vita alla ricerca delle persone giuste, delle amicizie giuste, senza accorgerci a volte che sono loro a cercarci. Ci perdiamo in un circolo vizioso, costringendoci ad una affannosa ricerca che forse conduce a trovare amici sbagliati, spesso riponendo su di essi la nostra fiducia, addirittura scommettendo la nostra stessa vita. Fino a quando questi "pseudo amici" saranno persone, andrà anche bene, chi se ne frega se ci deludono o ci feriscono. Il vero problema sarà se questi amici, saranno gli idoli del denaro o della droga, gli idoli del potere che riducono in schiavitù non solo chi è schiavo. Viviamo un periodo strano, al quale non siamo abituati. Molti stanno sperimentando la solitudine, e molti a causa di essa ne stanno soffrendo. Nei cuori di molti stanno nascendo nuove convinzioni, che ci permettono di vedere l'altro sotto una luce diversa. Il Papa nella sua omelia ci invita a: "...trovare il coraggio di aprire spazi dove tutti possano sentirsi chiamati e permettere nuove forme di ospitalità, di fraternità, di solidarietà...". Questa solitudine ci apre gli occhi e reindirizza il nostro sguardo su ciò che conta veramente, "...in mezzo all’isolamento nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: è risorto e vive accanto a noi. Il Signore ci interpella dalla sua croce a ritrovare la vita che ci attende, a guardare verso coloro che ci reclamano...". E' tempo di scegliere, di abbandonare le vecchie abitudini, approfittando di questo momento di Grazia, "...il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri...". Questo è successo in quella piazza: Dio ci ha donato una carezza e un abbraccio, nel silenzio interrotto dal fragore della pioggia. Siamo in debito con Lui, siamo chiamati a restituire il suo abbraccio in quello del fratello che incontreremo appena tutto questo sarà finito.



 
 
 

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