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Bene Comune

  • Immagine del redattore: Diego Zurlo
    Diego Zurlo
  • 27 mar 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

La maggior parte degli esseri umani è consapevole che il mondo sia pieno di ingiustizie e vorrebbe un cambiamento. Tutti noi desideriamo un mondo migliore, ma troppo spesso ci aspettiamo che il cambiamento debba avvenire da parte di chi ci governa, nascondendo le nostre responsabilità.

A tal proposito il Compendio della dottrina sociale della Chiesa al numero 168 dice:

“La responsabilità di conseguire il bene comune compete, oltre che alle singole persone, anche allo Stato, poiché il bene comune è la ragion d'essere dell'autorità politica. Lo Stato, infatti, deve garantire coesione, unitarietà e organizzazione alla società civile di cui è espressione, in modo che il bene comune possa essere conseguito con il contributo di tutti i cittadini. L'uomo singolo, la famiglia, i corpi intermedi non sono in grado di pervenire da se stessi al loro pieno sviluppo; da ciò deriva la necessità di istituzioni politiche, la cui finalità è quella di rendere accessibili alle persone i beni necessari — materiali, culturali, morali, spirituali — per condurre una vita veramente umana. Il fine della vita sociale è il bene comune storicamente realizzabile.”

È molto facile prendersela con i politici anziché fare un esame di coscienza e cercare di cambiare nel proprio piccolo. Ci lamentiamo che i politici mettono l’interesse personale davanti al bene comune, ma siamo sicuri che anche nelle nostre vite non sia così?

Ci preoccupiamo troppo di ciò che fanno gli altri invece di pensare a quello che facciamo, e che potremmo fare noi, dimenticando - forse distrattamente o volutamente - che il bene collettivo è l’unica espressione di equità per tutti gli individui che compongono l’intera società.


Il Compendio sopra citato al numero 167 dice chiaramente:

“Il bene comune impegna tutti i membri della società: nessuno è esentato dal collaborare, a seconda delle proprie capacità, al suo raggiungimento e al suo sviluppo. Il bene comune esige di essere servito pienamente, non secondo visioni riduttive subordinate ai vantaggi di parte che se ne possono ricavare, ma in base a una logica che tende alla più larga assunzione di responsabilità. Il bene comune è conseguente alle più elevate inclinazioni dell'uomo, ma è un bene arduo da raggiungere, perché richiede la capacità e la ricerca costante del bene altrui come se fosse proprio”.


L’interesse personale, messo davanti al bene comune, blocca l'evoluzione e lo sviluppo. Pensate all’Italia, un paese ricco di risorse, in cui troppi cittadini sono costretti a vivere in condizioni di povertà a causa di altri (molti dei quali dovrebbero fare il bene del paese) e che invece antepongono i loro interessi personali davanti a quelli della collettività.

A mio avviso la chiave di svolta sta proprio qui; le persone invece di lamentarsi degli altri dovrebbero cominciare a cambiare i propri comportamenti, mettendo il bene comune davanti a tutto. Di conseguenza miglioreranno le condizioni generali dell’umanità, e quindi anche quelle dei singoli esseri umani.

Invece nella nostra società è il contrario; si pensa ai propri interessi a scapito di altri, e questo provoca degli effetti distruttivi sulla collettività. Purtroppo la società occidentale assume dei modelli che portano le persone ad agire in maniera molto egoistica.

Si pensa sempre prima a se stessi. Ad esempio, avete mai pensato che per colpa di una persona ne possono stare male molte altre?

E avete mai pensato che questo provoca degli effetti distruttivi alla vita del nostro pianeta? Secondo voi la vita di un individuo può essere più importante di quella di un altro? Io credo di no, perché siamo tutti fratelli e figli di Dio e stiamo su questa terra ognuno con obiettivi differenti ma che per perseguirli devono necessariamente farlo camminando nella società in cui vivono.

Tutti noi esseri umani, siamo cellule di un unico Grande Essere, di un’unica Grande Vita, e finché non comprendiamo tutto ciò, non cambierà mai nulla nel mondo.

Il vero cambiamento potrà avvenire soltanto se ogni essere umano si prenderà le proprie responsabilità e comincerà ad affrontare la propria vita in maniera coerente.

Dobbiamo iniziare a chiederci: cosa faccio io per contribuire a migliorare la vita? Sto assumendo comportamenti distruttivi? Sto mettendo i miei interessi personali davanti a quelli della collettività? Cosa posso fare per migliorarmi?

In questi giorni i fatti rispecchiano alla perfezione il ragionamento fin qui condotto.

In una situazione di crisi dove l’intera collettività, non solo nazionale, ma mondiale è messa difronte a delle scelte drastiche, quello di cui stiamo parlando in queste pagine può aiutarci a concretizzare il tutto.

 
 
 

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